Non sto qui a spiegarvi che lavoro faccio.
Vi basti sapere che giro, ogni giorno, per grandi centri commerciali.
E quando fai un lavoro a contatto con le persone, ne vedi proprio di tutti i colori (se poi hai anche un blog in cui tratti in specifico la stupidità umana, tutto di guadagnato).
E' accaduto tempo fa, per esempio, un fatto di cui intendo parlarvi.
A volte succede che osservando un fatto del tutto ordinario la mente umana, per induzione, produca verità superiori: basti pensare alla mela di Newton.
Oh no, non intendo or ora disquisire di induzione e deduzione e/o della presunta superiorità dell'una rispetto all'altra.
Intendo, invero, parlare di magia, Scienza e superstizione.
Cosa c'entrano magia, Scienza e superstizione con dei grandi centri commerciali?
C'entrano, se di mezzo ci sono mamme rincoglionite e bambine curiose...
In quel fresco pomeriggio sul limitare dell'inverno, una famigliola, che si apprestava ad uscire dall'affollato centro commerciale, si fermò all'istante quando il pater familias fu avvicinato da un addetto alla sicurezza per un controllo scontrino.
La madre rimase lì, poco distante, a sbuffare.
La bambina, che già dopo un microsecondo fu assalita dalla noia, cominciò a guardarsi intorno. Notò quasi subito una piccola colonnina di metallo.
Questa era alta una ventina di centimetri meno di lei e scintillava, metallica e lucida, sotto le luci al neon del negozio.
In caso non l'abbiate ancora capito, trattavasi di un dissuasore: una di quelle colonnine di metallo poste lì per evitare che clienti e famigliole, in preda alla più atroce furia consumistica, urtassero con i loro carrelli strabordanti di prodotti inutili e costosi i delicatissimi impianti antitaccheggio.
La bambina si avvicinò alla colonnina e ne sfiorò la superficie: le porte scorrevoli del negozio si aprirono e una coppia di ragazzi entrò felice.
La piccolina rimase come pietrificata, sbalordita osservò prima la sua mano, poi la colonnina.
Con coraggio tese la piccola e paffuta manina in avanti e toccò di nuovo la colonnina.
Le porte si aprirono di nuovo, lasciando entrare un ragazzo capellone (non ero io, n.d.r.).
La bambina sorrise e cominciò a guardarsi intorno, con rapidi scatti della testolina.
Vide un anziano signore avvicinarsi con piccoli e malfermi passetti.
E quando il vecchio fu ad un passo dalla porta, ad uno solo, la bambina prontamente colpì la colonnina di metallo; le porte si aprirono veloci e silenziose!
In mezzo secondo la bambina ci prese gusto, ed ad ogni persona che passava la bambina apriva le porte.
Che fossero bianchi, neri, atei, comunisti o arabi a lei non importava.
Apriva le porte a tutti, belli e brutti, che entrassero o che uscissero, a quelli che camminavano da soli o a quelli che camminavano in gruppo. Apriva le porte proprio a tutti!
Ma una guastafeste era in agguato.
La mamma, che per qualche minuto era stata intenta a fissare il marito estrarre uno ad uno i prodotti dal carrello notò la bambina con la coda dell'occhio.
Si girò ad osservarla.
Vide la figlia seguire con lo sguardo una signora bassa ma velocissima e poi, con un rapido guizzo della mano, aprirle la porta.
"Ma che fai!?" disse quasi bisbigliando.
La bambina si girò sorridente verso la madre e, con aria beffarda, aprì nuovamente le porte, lasciando entrare due signori che discutevano ad alta voce di politica e calcetto.
"Smettila subito!" disse la madre con tono crescente.
Ma più la madre le diceva di smettere più lei apriva le porte con gusto.
Prima con la sinistra, poi con la destra, poi con tutte e due le mani, poi con un tocco del gomito.
Alla fine fu la madre a scattare e, con un rapido scatto del braccio, afferrò la bambina e la trascinò via...
Già nel 1871 ci aveva pensato Edward Tylor a definire la magia come una "scienza sbagliata". I primitivi, secondo lui, non avevano ancora imparato a distinguere per bene i rapporti causa-effetto da quelli temporali.
Non è che la magia fosse roba da coglioni... (come oggi).
Essa nasceva pure da una genuina curiosità teoretica: la stessa della bambina che, annoiata dal mezzo secondo di quiete, cominciò ad indagare la colonnina metallica.
La Storia ha dato un giudizio sbagliato sulla magia a mio avviso.
Perché se ad un certo punto, nei secoli passati, abbiamo preso le scoperte spettacolari fatte in campo magico e le abbiamo chiamate elettro-magnetismo, e le cose sbagliate abbiamo continuato a chiamarle magia, certo, a questo punto che la magia non fa bella figura.
I maghi non erano così sprovveduti, sono stati per molto tempo quelli che hanno tramandato il sapere; certo, hanno preso grandi cantonate, ma la loro curiosità era sincera.
Come la bambina, anche loro cercavano rapporti causa-effetto nella natura. Ne hanno trovati di sbagliati, ma questo solo perché a loro mancò un vero e proprio "metodo".
Non mancò loro l'intelligenza, la curiosità, il lampo improvviso del genio; a loro mancò una sistemazione organica del sapere e un metodo istituzionalizzato.
L'intelligenza, la curiosità e il genio mancano del tutto, invece, alla madre della bambina.
Perché tutti l'hanno capito, chi più chi meno, che non era la bambina ad aprire le porte ma bensì la fotocellula del supermercato.
Questa è la superstizione.
Un volontario atto di rinuncia alla logica, all'osservazione e persino alla curiosità. Un prendere atto di qualcosa in modo istantaneo e senza troppi problemi.
Ovviamente nella mente di un superstizioso il rapporto causa-effetto quasi non esiste: è fin troppo complicato per essersi strutturato del tutto..
Forse se la bambina avesse continuato ad aprire le porte più a lungo, anche solo per pochi minuti, avrebbe compreso la verità. Avrebbe capito il reale rapporto causa-effetto e sarebbe passata da maga a scienziata, forse...
Ma ai superstiziosi non solo non piace essere curiosi, a loro dà anche fastidio la curiosità altrui; proprio per questo la madre scatta, quasi subito, a fermare il progresso della bambina e, oserei dire, dell'umanità intera...
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