Quelli che di voi hanno letto questo post sapranno che io gioco a D&D.
Prima di addentrarmi nell'argomento del seguente vorrei aggiornarvi circa la mia ricerca: purtroppo non sono stato ancora in grado di trovare la regola secondo la quale a D&D si vince facendo 666 con i dadi.
Ho sfogliato pagina per pagina tutti i manuali delle regole, ma ahimé, non l'ho trovata.
Ma passiamo oltre...
Vorrei parlarvi un po' del lavoro di un master.
E' affascinante: bisogna ideare storie, costruire ambientazioni e personaggi; tenere sotto controllo tutto!
Uno dei grandi grattacapi che tutti i master, prima o poi, si trovano a fronteggiare riguarda il teletrasporto.
Tant'è vero che on-line si trova una marea di materiale (tra post e articoli) che descrive come gestire campagne di alto livello. Una volta mi pare di averne letto anche su una rivista.
Il problema è che non è affatto facile gestire una campagna di D&D quando un giocatore ha il potere di teletrasportarsi ovunque desidera e senza errore.
Il master non potrà più inserire nell'avventura lunghi viaggi colmi di pericoli: il mago, semplicemente, teletrasporterà tutto il gruppo a destinazione in un attimo.
Ma il problema non si esaurisce solamente con il teletrasporto.
Questi sono problemi che vengono generati da tutti gli incantesimi di grande potere: resurrezione, miracolo e desiderio sono solo 3 esempi.
Questi sono problemi che non attanagliano solo i dugeon master, ma anche gli sceneggiatori (di fumetti, di film ecc. ecc.).
Gli sceneggiatori, da un lato, sono tentati dal conferire ai propri personaggi poteri fighissimi e spettacolari, dall'altro, devono (o dovrebbero) essere molto cauti sotto questo punto di vista.
Il problema è che diventa veramente molto difficile ideare un intreccio narrativo quando il buono di turno possiede un enorme potere: se riesce a scavalcare ogni difficoltà con uno schiocco delle dita il fumetto, oltre ad essere noioso, durerà anche tre pagine.
Attenzione!
Non sto dicendo che è sbagliato dare ai personaggi poteri stratosferici, ma solo che una volta fatto sarà molto difficile gestire l'intreccio narrativo.
Ne è un esempio Franklin Richards.
Per chi non lo sapesse Franklin è il figlio di Mr.Fantastic e della Donna Invisibile.
Con questa mania di Hulk che c'è in giro, forse non tutti sanno che Franklin è (era) il personaggio più potente dell'intero universo Marvel.
Qual era il suo potere?
Super-forza?
Super-velocità?
No no, niente di tutto ciò... era semplicemente onnipotente.
Ora io me la immagino la riunione degli sceneggiatori Marvel: seduti ad un tavolo che discutevano dei poteri da dare a Franklin. Uno si alza e dice "Quasi quasi... lo facciamo onnipotente!".
E un altro "Geniale! Niente può andare storto!".
Fatto sta che dopo qualche tempo gli sceneggiatori si resero conto che, guarda un po', con un onnipotente in giro era veramente molto difficile confezionare storie.
E allora cominciarono le mezze misure: arriva Galactus, ma Franklin è in campeggio; arriva il Super-Skrull e Franklin c'ha gli esami di terza media.
Ci fu una riunione d'urgenza della Marvel, me la immagino nel cuore della notte, in cui si decise di togliere i poteri a Franklin...
Stessa cosa succede a quel poveraccio di Superman.
Per fare in modo che le storie di Superman non si esauriscano nell'arco di 3 pagine dovevano per forza inventarsi una cacchiata tipo: "Superman non uccide". Tutti i problemi derivano da questa clausola.
Tutti questi esempi per dire che è complicatissimo gestire un sistema quando al suo interno viene inserito un personaggio dotato di enorme potere.
Come per esempio Dio...
Una delle domande più di moda è "Se Dio esiste, perché c'è il male?".
E i preti sono costretti ad arrampicarsi sugli specchi "Ma il male non esiste... è solo assenza di bene" oppure "Non è Dio che fa il male... sono gli uomini" oppure "E la conseguenza della nostra libertà... ci ha lasciato liberi: anche di fare il male".
Ma è onnipotente!
Perché non è riuscito ad inventarsi un universo in cui la gente è libera ma non può fare il male? Vi sembra una contraddizione in termini? Se io fossi onnipotente ci riuscirei ad inventare un universo per cui questa regola non vale v.v
Il problema è che quando si diceva ad un contadino del 1000 p.e.v. "Dio è onnipotente" quello non pensava all'onnipotenza come la vediamo noi.
Probabilmente lui per onnipotente immaginava un tizio che può far tremare la terra, piovere rane e schierare un esercito di 16.000 persone.
Ma per noi, uomini occidentali, del terzo millennio che abbiamo un'idea, se non completa, ma un po' più ampia dell'universo rispetto a quella del contadino del 1000 p.e.v.; per noi che abbiamo visto bombe atomiche e foto del Sole... bhé... uno onnipotente ce lo immaginiamo veramente potente.
E sta cominciando a sembrare tutto assurdo... ma se questo è onnipotente... cacchio... ma non può fare qualcosa... non saprei io non sono onnipotente... qualcosa per sistemare un po' le cose senza interferire con la libertà e con il libero arbitrio?
Ma poi questo tizio... onnipotente... da solo nel nulla... che crea un Universo sconfinato solo per prendersela con gli omosessuali?
Comincia a non avere senso...
Avete fatto la cazzata quando vi siete inventati che questo Dio era onnipotente!
Potevate fare che lanciava i fulmini come Zeus...
O che aveva un martello tipo Thor...
Ma l'avete fatto onnipotente... ora non ve la prendete se è difficile continuare a salvaguardare l'integrità del sistema...
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