Quando io frequentavo le superiori, uno dei divertimenti preferiti dei miei compagni di classe era fare comunella con il prof. di religione per cercare di convincermi che Marilyn Manson fosse satanico.
Ovviamente appena uscivano fuori gay, lesbiche e Vladimir Luxuria il prof. si trasformava in un essere mostruoso da disprezzare, ma finché portava argomenti che attestavano la malvagità del mio gruppo preferito di allora era da considerarsi filantropo e luminare della sociologia.
Fra le tante cose ridicole che sono state dette ricordo in particolare un ragazzo e la cosa che disse, in una determinata occasione.
Per celare l'identità del suddetto lo chiamerò Hurley per il resto del post. E ci tengo a precisare che l'appellativo "Hurley" è stato scelto casualmente. Se qualcuno crede di riconoscere in questa precisa scelta un riferimento a qualcuno, bhé si sbaglia; avrei potuto benissimo chiamarlo Steven Seagal, per intenderci.
Hurley una volta disse "La mia opinione è che Marilyn Manson è satanico. E una mia opinione e basta. Posso avere una opinione diversa dalla tua? La mia opinione è che è satanico. La devi rispettare".
Per inciso (e poi torniamo subito alla questione): il ragionamento che sta dietro l'idea che ogni opinione deve essere sempre e comunque rispettata non l'ho mai capito. Ci sono alcune opinioni che non rispetterò mai.
Allora, io risposi ad Hurley che si stava sbagliando, poiché la veridicità o la falsità della proposizione "Marilyn Manson è satanico" non è da risolversi attraverso l'esercizio delle opinioni, ma è bensì un fatto.
La veridicità dei fatti va ricercata in rerum natura. Non possiamo avere opinioni su dei fatti.
Ora si potrebbe aprire una lunga digressione filosofica su cosa siano i fatti e su cosa, invece, si possa avere un'opinione. Ma non è necessario aprirla poiché anche il senso comune, che di solito è un'approsimazione della verità, è più che sufficiente per capire che la veridicità o la falsità della proposizione "Marilyn Manson è satanico" va cercata nei fatti e non nella metafisica. Quindi ci accontenteremo di tale approsimazione.
Io ho sempre riportato fatti. Li ho riportati nel senso che allora stampai le interviste.
Per pronunciarci intorno alla veridicità della proposizione capiamo prima cosa significa "satanico".
Sostanzialmente può avere due significati. Primo: una persona che crede in Dio e scegli di servire Satana; secondo: una persona che si professa seguace del satanismo filosofico di LaVey per il quale Satana è solo un simbolo che rappresenta la liberazione dell'uomo da Dio, o meglio dall'idea di Dio, poiché questo genere di persone credono che Dio (e Satana di conseguenza), sicuramente, non esistono.
Marilyn Manson non può certamente essere del primo tipo, poiché si è sempre professato pubblicamente ateo.
Non può essere nemmeno del secondo tipo poiché lo disse in un'intervista che seguì il suo incontro con LaVey (è molto facile da trovare online e non la linkerò). Infatti, Marilyn Manson fu invitato da LaVey, il fondatore del satanismo filosofico, ad un incontro. Quando questo ebbe termine LaVey disse di essere rimasto impressionato dalle idee del cantante, tanto da avergli conferito il titolo onorifico di reverendo della sua chiesa. Marilyn Manson da parte sua si disse un po' deluso dell'incontro con LaVey e, anche condividendo alcune idee, non poteva pienamente identificarsi nel satanismo.
Non mi risulta che abbia mai detto il perché, ma io ho una mia opinione. Ecco, qui io posso avere un'opinione perché non sono certamente dentro il cervello del signor Warner. Analizzo un fatto (una sua frase espressa pubblicamente) e formulo un'opinione. Secondo me Marilyn Manson, che ha sempre espresso idee sostanzialmente di sinistra, non poteva appoggiare pienamente un ideale elitario che molto aveva ereditato (giro di parole per dire che era tutto scopiazzato) dal superuomo.
Ma, torniamo a noi.
Quelli che io presentavo in supporto cartaceo con tanto di link rintracciabile in rete erano dei fatti. Delle interviste in cui Marilyn Manson stesso diceva tutto quello che ho sopra esposto.
Ma Hurley no, pretendeva di avere una sua opinione.
Perché scrivo questo, mi chiedete?
No, non ce l'ho ancora con Hurley perché diceva quelle cose. Sono anche sicuro che adesso non pensi più quelle cose.
La questione è che l'errore fatto da Hurley è piuttosto comune ed è causato da un aristotelismo, ormai tristemente anacronistico, che noi occidentali ci portiamo dietro e del quale non riusciamo a liberarci. Quell'aristotelismo che assegna il primato al ragionamento sull'osservazione. Quell'aristotelismo secondo il quale noi potremmo arrivare a conoscere qualcosa senza essere venuti a contatto con nessun fatto collegato a questa cosa. Ma qui siamo nel campo della metascienza, di Harry Potter e della pietra filosofale.
La realtà, purtroppo, non può essere oggetto di un'ermeneutica, ma solo di osservazioni.
Magari sarebbe più figa una realtà passibile di sguardo ermeneutico, chi lo sa.
Purtroppo siamo capitati in questo Universo e dobbiamo tenercelo, con gran disappunto di Aristotele.
Ma ovviamente nella testona di Hurley non c'era nessun sillogismo strampalato, né egli era razionalmente convinto di essere un aristotelico. Era solo influenzato da esso, come lo sia tutti noi europei (e gli americani in misura maggiore).
E ora mi rivolgo a tutti i metallari sedicenni in lettura. Quando il vostro prof. di religione cercherà di dimostrarvi che i vostri gruppi preferiti sono satanici (poiché questo triste balletto si sta sicuramente ripetendo) voi ditegli: "Professore il suo ragionamento è viziato da un aristotelismo orami tristemente anacronistico", diteglielo da parte mia.
O meglio, quando lui porterà le sue ricerche, voi stampate questo post e leggetelo insieme; sono l'autore ve ne do la facoltà.
Nessun commento:
Posta un commento