C’era una volta una ragazza, Biancaneve, la cui bellezza non era soltanto nel candore della sua pelle (che era proprio bianchissima, tant'è che nessuno si sarebbe mai sognato di farci un film in cui la intrepretava una messicana). Ella era anche integra nel suo cuore e nella sua devozione al Neoclassical Power Metal.
Biancaneve era una principessa e viveva con suo padre, il Re, e una matrigna tanto bella quanto cattiva.
Grimilde, la matrigna di Biancaneve, era riuscita a sposare il Re perché era in realtà una strega e una grande puttana e gli aveva fatto un... "sortilegio".
Da quel giorno, alla corte del castello tutto era diventato più triste.
Grimilde pretendeva di essere servita e riverita in ogni cosa, metteva sempre e solo canzoni Nu Metal con la cassa bluetooth e aveva fatto in modo che Biancaneve fosse considerata poco più di una serva qualunque.
Ma Biancaneve sopportava anche le peggiori scortesie perché, per tornare felice, le bastava chiudersi in camera e suonare la sua Fender Stratocaster.
Grimilde, poi, aveva pure uno specchio magico, che poteva rispondere a tutte le sue domande, ma lei, che era pazza in culo, ne faceva sempre e solo una: "Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?" chiedeva ogni mattina appena sveglia.
E lo specchio, che era uno specchio magico coi controcazzi, le rispondeva la verità.
"Mia signora, voi siete la più bella di tutte".
E Grimilde sorrideva maligna.
Ma Biancaneve diventava ogni giorno più bella e Grimilde era invidiosa, per questo le faceva fare i lavori più umili, sperando che così rimanesse meno bella di lei.
Perché oltre a essere, strega, puttana e poser, era pure un po' fascista.
Finché un giorno, dopo la solita domanda di Grimilde, lo specchio rispose: "Mia signora, è Biancaneve la più bella del reame…"
"Come sarebbe a dire? Così da un giorno all'altro?" chiese lei iraconda.
"In realtà è sempre stata più bella di te, ma è diventata maggiorenne solo stanotte e se fino a ieri avessi detto che era bella, poi tutte le altre suppellettili mi avrebbero detto che ero un pedofilo".
"Perché tu sei un pedofilo" disse il comodino magico.
"Taci!" urlò Grimilde "Però parlando, nel complesso, mettendoci anche il Metal sono sempre io la più figa?" aggiunse poi sommessamente.
"Ma vuoi scherzare? Biancaneve suona Trilogy Suite Op: 5 di Malmsteen a occhi chiusi, tu t'ascolti i Linkin Park!".
Grimilde iniziò a gridare infuriata e per poco non ruppe lo specchio dall’ira.
Quella notte non chiuse occhio, e pensò a un piano per far sparire Biancaneve, così da rimanere la più bella del reame (anche se sempre strega, puttana, fascista e poser).
Al mattino chiamò il cacciatore, suo servitore, e gli ordinò di portare Biancaneve nel bosco, di ucciderla e di riportarle il suo cuore in un cofanetto, come prova di averla uccisa.
Il povero cacciatore, che pensava fosse stato chiamato, come al solito, per una sveltina sgranò gli occhi "Ma ti sei impazzita? Ma che cazzo è 'sta storia... no, io chiamo il sindacato...".
"Taci!" urlò Grimilde "Ho smantellato i sindacati giorni fa".
"Ma almeno invece del cuore nel cofanetto, non potrei fare una foto al cadavere con il telefonino?"
"No! Perché potrebbe essere una foto fatta con l'intelligenza artificiale! Ora va'! E non deludermi.
L'indomani mattina, il cacciatore si presentò a casa di Biancaneve e la condusse nel bosco.
"Dove mi portate, signor cacciatore?" chiedeva Biancaneve, ma il cacciatore rimaneva zitto e con lo sguardo basso.
Quando furono finalmente nel bosco profondo, si fermarono. Il cacciatore avrebbe dovuto prendere il fucile, ma voleva troppo bene a Biancaneve per poterle fare del male.
"Cosa succede, signor cacciatore?" chiese Biancaneve.
"Grimilde vuole essere la più bella del reame, e quindi mi ha dato l’ordine di portarti qui nel bosco e…"
Ma il cacciatore non riuscì a finire la frase. Pensò che bastava lasciare la ragazza da sola lì nel bosco, al resto ci avrebbero pensato i lupi.
Salutò Biancaneve con un cenno della mano e con le lacrime agli occhi scappò via.
Biancaneve, che ancora non aveva capito un cazzo del perché fosse stata portata lì, iniziò a guardarsi attorno; in quella parte del bosco c'era stata solo una volta a pasquetta e non si ricordava la strada.
Iniziò a vagare, senza riuscire a ritrovare il sentiero che portava al castello, finché non si imbatté in un una piccola casetta.
Impaurita e stanca bussò alla porta, ma nessuno aprì. Scostò lentamente la porta chiedendo il permesso, ma nessuno rispose.
Si ritrovò dentro ad una minuscola cucina, con un piccolo tavolo e sette piccole sedie tutt’intorno.
Sulla tavola c’erano del pane e sette Peroni grandi. Biancaneve prese un pochino di pane per placare la fame, bevve le sette Peroni e poi si mise a curiosare per la casetta.
Si ritrovò in una stanza da letto con sette piccoli lettini. Era veramente meravigliata e si sedette su uno di questi, ma per la stanchezza si appisolò.
A svegliarla ci pensò un gran fracasso proveniente dalla cucina. Era già sera e dall’altra stanza arrivavano voci di uomini che si chiedevano chi mai fosse entrato nella loro casa.
Così Biancaneve corse in cucina.
"E tu chi sei?!" esclamarono i sette nani quando la videro arrivare.
"Io sono Biancaneve, dovete scusarmi per essere entrata in casa vostra senza permesso ma…" e raccontò loro tutta la sua triste storia.
Quando ebbe finito, i sette nani si guardarono e sentenziarono all’unanimità: "Non preoccuparti Biancaneve, rimani pure a casa nostra, sei la benvenuta. Ti offriremo riparo, birra e protezione dalla matrigna cattiva".
"Vi ringrazio miei cari ometti" disse Biancaneve, che del politicamente corretto se ne sbatteva il cazzo "Mi saprò sdebitare, non dubitate!".
I sette nani, che si chiamavano Sbronzolo, Blastolo, Grugnolo, Corpsepainzolo, Shredolo, Doomolo e Gongolo of Fire, non potevano essere più felici.
Il giorno dopo Grimilde si alzò tutta felice pensando di essersi liberata di Biancaneve, e chiese al suo specchio "Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?"
Lo specchio, dopo un tentennamento, disse "Ma se te lo dico poi tu ti incazzi..."
"Come sarebbe a dire!?" tuonò Grimilde "Non sarà mica diventata maggiorenne un'altra zoccoletta!?".
"No, macchè, mia signora, è ancora Biancaneve la più bella del reame, e ora vive nel bosco insieme a sette piccoli nani metallari.
"Non è possibile!" gridò Grimilde "L’ho fatta portare nel bosco dal cacciatore, guarda, questo è il suo cuore!" e mostrò il cofanetto di legno.
"Quello nel cofanetto, è il cuore di Laura Biachi" le rispose lo specchio.
"Chi cazzo è Laura Bianchi?"
"Una tossica di Frosinone".
Grimilde gridò furiosa contro lo specchio e il cacciatore infedele, e decise che avrebbe risolto lei personalmente la questione.
Corse nelle segrete del castello, dove nascondeva il suo laboratorio di pozioni magiche e CD Metalcore e iniziò a fare stregonerie.
Biancaneve intanto era tutta felice che i sette nani la avessero accolta come una sorella, anche se loro passavano gran parte del tempo libero a masturbarsi. Poi mentre di giorno andavano a lavorare nella vicina miniera di birra, lei preparava il pranzo, rassettava la casa e lavava i panni.
E la sera si divertivano un sacco ubriacandosi come le accette e ascoltando tanto Heavy Metal.
Ma un giorno alla porta della casetta bussò una vecchia signora dai capelli bianchi e vestita di cenci.
"Buongiorno vecchia, cosa posso fare per lei?"
"Buongiorno mia cara fanciulla, sono una povera vecchia che vende birre, ne vuoi una?" disse la vecchia.
Biancaneve, che si era appena scolata una cassa di birra, mossa comunque a compassione della povera vecchia, prese il portafoglio.
La vecchia sorrise e le disse "Siete così bella mia giovane fanciulla che ve ne regalo una, tenete, bevetela pure".
"Secondo me dovresti farla pagare la merce, altrimenti poi non lamentarti che sei vestita di cenci" disse Biancaneve, poi prese la birra e la portò alla bocca…
Ma non appena ne ebbe bevuto un sorso, cadde a terra svenuta!
La vecchia allora si mise a ridere, ridere e ridere, e poco dopo in un “puff” si tramutò in Grimilde che si era camuffata da vecchia e aveva avvelenato la birra.
Così, mentre Grimilde sogghignava, Biancaneve giaceva a terra come morta.
In quel momento arrivarono i nani.
"Quella zoccola con la maglietta dei Korn ha ammazzato Biancaneve!" urlò Grugnolo.
E allora i nani si avventarono su Grimilde e, spezzatele braccia e gambe, la impalarono nel giardino.
Il giorno dopo, non ebbero il coraggio di seppellire Biancaneve tanto era ancora bella, e prepararono per lei una bara di cristallo che sistemarono in una piccola radura. Piangendo la lasciarono lì in compagnia di scoiattoli e uccellini.
Verso sera passò di lì il principe del reame vicino, Florian Virginkiller, che tornava a casa dalla battuta di caccia.
Incuriosito da quella teca di cristallo con dentro una ragazza si avvicinò, e quando vide la bellezza di Biancaneve se ne innamorò subito.
Lui non sapeva che Biancaneve era stata avvelenata da Grimilde e pensava stesse solo riposando di un sonno profondo.
Così la prese tra le braccia e la baciò, come ogni persona normale avrebbe fatto.
Quel gesto d'amore ruppe l'incantesimo e Biancaneve poco a poco rinvenne e si risvegliò.
E visto che Florian Virginkiller era proprio figo e sulla battle vest c'aveva le toppe di tutte le band preferite di Biancaneve, elle se ne innamorò instantaneamente.
Quella stessa sera venne organizzato un sontuoso banchetto con tanto Heavy Metal e con tantissime casse di birra, arrosti di carne e pesce e patatine dell'Eurospin. Al matrimonio vennero pure sette nane bonissime che si innnamorarono di un nano cadauna.
E così Biancaneve, Florian Virginkiller e i quattordici nani vissero per sempre felici e contenti.
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