venerdì 8 maggio 2020

Brave New Rocca d'Evandro.



C'avete presente quel vecchio adagio che recita "Non ti accorgi di quanto è importante una cosa finché non la perdi?".
Sono sicuro che oltre a conoscerla l'avrete detta e/o scritta su Feisbùc tante volte in questi giorni.

Ecco, per esempio, io a Rocca d'Evandro non è che ci sono andato spesso nel corso della mia vita (diciamo che non me n'è mai fottuto grandemente di andarci), ma quando mi è stata tolta questa libertà l'ho vissuta come una profonda ingiustizia.

Le cose si sono addirittura fatte più serie quando ho scoperto che manco con la fase 2 potrò andarci.
Eh sì: io abito nel Lazio e Rocca d'Evandro si trova in Campania.
Sono molti i geni che hanno scovato la profonda assurdità dietro la cosa.
Insomma, posso andare a Viterbo, che si trova a 262 km da casa mia, ma non posso andare a Rocca d'Evandro che ne dista solo 16?
Ovviamente, per far sembrare la cosa ancora più assurda di quella che è ho preso da Google Maps il percorso più breve (tra l'altro arrotondando i chilometri per difetto) per Rocca d'Evandro e quello più lungo per Viterbo.
Ma insomma, non è che cambi poi molto.

E la motivazione di questa cosa proprio così assurda che porca troia pure il Signor Distruggere c'ha fatto il post qual è?
Che Viterbo sta nella mia stessa regione e Rocca d'Evandro no.
Esatto, funziona proprio così: non ci si può spostare tra regioni, fatto salvo che per quella manciata di motivazioni che ormai tutti conosciamo a memoria.

Sarebbe stato più intelligente 'na cosa del tipo che puoi anda' dove ti pare nel raggio di, chessò, 250 km da casa.
Una cosa del genere sarebbe stata molto più intelligente.
Cioè: uno di Bari può andare ad infettare un tizio di Potenza; poi quello di Potenza va ad infettare uno di Napoli; quello di Napoli viene ad infettarmi a Cassino; io vado ad infettare uno a L'Aquila e così via discorrendo fino alla Brianza.

Il fatto è che non tutte le battute, anche quelle super divertentissime da fa' schiatta' di risate del tipo "Ah ah io so' di Cassino e non posso anda' a Rocca d'Evandro, ma posso anda' a Viterbo" vanno fatte per forza.

Quando si tracciano dei confini, purtroppo, capiterà che qualcuno abiti vicino a quel confine e si troverà nella stranissima situazione di poter camminare indisturbato per chilometri in una direzione, ma non nell'altra.
Pensate che, per esempio, un milanese può fare 800 km verso sud senza problemi, ma per farne 78 verso Lugano avrà bisogno di un passaporto.
E non so se avete mai sentito parlare di un posto che si chiama Russia.
La capitale, Mosca, dista 9.289 km da Vladivostok e ci si può muovere tra le due città senza problemi.
Un moscovita non può però percorrere, neanche lontanamente, la stessa distanza nell'altra direzione con la stessa facilità.

So' cose assurde, ma succedono e non per forza bisogna farci i meme sopra.

A parte questa necessità impellente di fare meme divertentissimi che fanno schiatta' di risate, in questo periodo di emergenza anche un altro fenomeno ha avuto modo di esplodere in tutta la sua potenza.
Mi riferisco alle frasi senza senso.
Non senza senso del tipo "Certi chiamati romanes vanno la casa".

Mi riferisco a frasi sintatticamente e morfologicamente ben costruite, ma che però non hanno nessun senso e non dovrebbero, secondo me, mai essere pronunciate da nessuno.

Per dire, qualche giorno fa in TV c'era un'epidemiologa che stava dicendo qualcosa in riferimento alla fase 2, che a quel tempo non era ancora cominciata.
Gli esperti, diceva, stavano studiando varie modalità di ripartenza; si contemplava anche la possibilità di scaglionare le fasce di età e lasciar liberi di uscire, per un primo momento, solo i minori di 65 anni.

La giornalista in studio, di cui non farò il nome anche se si capisce subito che è Tiziana Panella, si trigghera all'istante.
Interrompe l'epidemiologa e dice: «Vorrei ricordare, però, che gran parte dei medici che stanno salvando tante vite è composta da ultra sessantacinquenni».

C'ho provato a dare un senso a questa frase, ma siccome nessuno mi ha convinto sono giunto alla conclusione che si trattasse proprio di uno di quei casi di una frase senza senso.

Allego un breve elenco delle possibilità che ho considerato:
  1. la giornalista stava contraddicendo l'epidemiologa: "se si vuole vietare agli ultra sessantaciquenni di uscire è perché gli esperti pensano che siano più a rischio, ma visto che un sacco di medici sono ultra sessantacinquenni ne discende in qualche modo che questo non è vero";
  2. la giornalista stava semplicemente informando gli spettatori di un dato che aveva letto prima, ma che era completamente scollegato del discorso, del tipo che se invece avesse letto che gli ultra sessantacinquenni bevono più caffè, avrebbe lo stesso riportato il dato, tipo "pillole di curiosità";
  3. la giornalista, anche dopo aver preso atto del fatto che gli ultra sessantacinquenni sono a rischio, diceva che secondo lei sarebbe stato comunque carino farli uscire, perché alcuni loro coetanei hanno salvato delle vite umane.
Visto che tutte e tre queste possibili spiegazioni sono delle stronzate così talmente tanto colossali che farebbero della giornalista in questione una demente senza speranza di salvezza, ho propenso per la quarta possibilità.

E cioè che questa frase è semplicemente una di quelle frasi senza senso che ogni tanto tutti, chi più che meno, diciamo:

"Le donne sono coraggiose".
"Rinasceremo; perché noi veneti siamo forti".
"La Terra senza l'uomo sarebbe migliore".

E via discorrendo...

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