lunedì 15 aprile 2019

Il rapporto conflittuale con la religione.

Vi ho già raccontato altre volte storie ambientante nei miei anni delle superiori.
Avevano tutte a che vedere con il mio prof. di religione, ma per questa volta, ve lo prometto, non tirerò in ballo quel vecchio pazzo.
Vi parlerò, invece, della mia prof. di italiano.
Per correttezza: del mio ultimo docente di italiano.
Dovete sapere che ne ho cambiati ben quattro per quella materia!
In primo superiore: uno dei professori più bravi che abbia mai avuto.
Era un vero e proprio antico romano: naso aquilino e profilo fiero ed epico.
Poteva parlare per ore ed ore e non ti stancavi mai di starlo a sentire.
Poi due povere pazze.
E finalmente, in quarto superiore, una brava professoressa!
Era una maschera comica: una di quelle persone che, involontariamente, fanno ridere ad ogni parola che pronunciano; ma era brava.
Conosceva molto bene la sua materia, era buona, ci voleva bene ed era brava a spiegare.

Accadde durante un cambio d'ora: stavamo aspettando la nostra prof. di italiano e, per quel giorno, ero seduto accanto ad una mia compagna di classe.
Era una delle prime della classe e, per mascherare la sua identità, la chiamerò “la corenese”.
La corenese era una di quelle ragazze che la prof. non è manco arrivata e lei ha già aperto il quaderno, a mostrare i compiti a casa eseguiti alla perfezione, ha già preparato il libro di letteratura, che giace a destra del quaderno, perfettamente allineato con l'astuccio.
Nel ben mezzo della confusione, la corenese guardò la mia maglietta del “The Unholy Alliance” e, con curiosità, mi chiese come facessi ad indossare una maglia satanica.
Conoscete la locandina del The Unholy Alliance che non posso postare per questioni di copyright?
Se non lo conoscete, sappiate che ci sono disegnate due croci al contrario; piccole, ma ci sono.
Io la guardai e, sicuro di sorprenderla, le dissi che come lei non si faceva nessuno scrupolo ad avere libri satanici, allo stesso modo, io indossavo con nonchalance magliette sataniche.
“Ma quali libri satanici!?” sbottò, come se l'avessi offesa.
Quel satanasso di Carducci
Le indicai il libro di letteratura, “Quello” le dissi.
Rimase per un secondo disorientata, “Ma che stai a di'!? Questo è il libro di italiano!”
Presi il suo libro e, con tranquillità, cominciai a sfogliarlo.
E lo sfogliai.
E lo sfogliai.
Fino a giungere a Giosuè Carducci e, quando trovai esattamente quello che stavo cercando, glielo mostrai..
La corenese tremò.
Come se un brivido gelido le fosse salito lungo la schiena.
Era proprio il suo libro di letteratura.
Era il suo libro di letteratura e c'era un inno “A Satana”.
In quel momento la prof. entrò.
“Forza ragazzi! Qua ci dobbiamo sbrigare! Che già stiamo indietro con il programma!” (era il 3 ottobre, n.d.r.).
La confusione, che di solito regna in un'aula al cambio dell'ora, cominciò a scemare.
La corenese era ancora sotto shock, ma riuscì a rivolgersi alla prof.: “Professore'? Ma... ma come mai qua... cioè... sul libro di italiano... ci sta 'na poesia dedicata a Satana?”
La prof. appoggiò la borsa alla cattedra, si girò verso la corenese e le disse: “Ma che è, Carducci? Eh! E quello è il rapporto conflittuale con la religione!”
“Aaah! OK!” disse la corenese, con il tono di una che intende: “Aaah allora va bene! Mi sembrava strano!”
Un sorrisetto si dipinse sul suo volto, come se la mia beffa ai suoi danni fosse stata disvelata, come se, sotto sotto, non c'avesse mai creduto.
Era tutto spiegato! E quello era il rapporto conflittuale con la religione!

E anche voi... da ora in poi, e con tranquillità, ogni volta che vi sentirete dire che il Metal è satanico rispondete pure: “Ma che è, Burzum? Eh! E quello è il rapporto conflittuale con la religione!”

E intanto, se c'avete voglia, leggetevi pure “A Satana” di Carducci... la trovate on-line, non v'è copyright.


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