Vi ho già raccontato altre volte
storie ambientante nei miei anni delle superiori.
Avevano tutte a che vedere con il mio
prof. di religione, ma per questa volta, ve lo prometto, non
tirerò in ballo quel vecchio pazzo.
Vi parlerò, invece, della mia prof. di
italiano.
Per correttezza: del mio ultimo docente
di italiano.
Dovete sapere che ne ho cambiati ben
quattro per quella materia!
In primo superiore: uno dei professori
più bravi che abbia mai avuto.
Era un vero e proprio antico romano:
naso aquilino e profilo fiero ed epico.
Poteva parlare per ore ed ore e non ti
stancavi mai di starlo a sentire.
Poi due povere pazze.
E finalmente, in quarto superiore, una
brava professoressa!
Era una maschera comica: una di quelle
persone che, involontariamente, fanno ridere ad ogni parola che
pronunciano; ma era brava.
Conosceva molto bene la sua materia,
era buona, ci voleva bene ed era brava a spiegare.
Accadde durante un cambio d'ora:
stavamo aspettando la nostra prof. di italiano e, per quel giorno,
ero seduto accanto ad una mia compagna di classe.
Era una delle prime della classe e, per
mascherare la sua identità, la chiamerò “la corenese”.
La corenese era una di quelle ragazze
che la prof. non è manco arrivata e lei ha già aperto il quaderno,
a mostrare i compiti a casa eseguiti alla perfezione, ha già
preparato il libro di letteratura, che giace a destra del quaderno,
perfettamente allineato con l'astuccio.
Nel ben mezzo della confusione, la
corenese guardò la mia maglietta del “The Unholy Alliance” e,
con curiosità, mi chiese come facessi ad indossare una maglia
satanica.
Conoscete la locandina del The Unholy
Alliance che non posso postare per questioni di copyright?
Se non lo conoscete, sappiate che ci
sono disegnate due croci al contrario; piccole, ma ci sono.
Io la guardai e, sicuro di
sorprenderla, le dissi che come lei non si faceva nessuno scrupolo ad
avere libri satanici, allo stesso modo, io indossavo con nonchalance
magliette sataniche.
“Ma quali libri satanici!?” sbottò,
come se l'avessi offesa.
Quel satanasso di Carducci |
Le indicai il libro di letteratura,
“Quello” le dissi.
Rimase per un secondo disorientata, “Ma
che stai a di'!? Questo è il libro di italiano!”
Presi il suo libro e, con tranquillità,
cominciai a sfogliarlo.
E lo sfogliai.
E lo sfogliai.
Fino a giungere a Giosuè Carducci e,
quando trovai esattamente quello che stavo cercando, glielo mostrai..
La corenese tremò.
Come se un brivido gelido le fosse
salito lungo la schiena.
Era proprio il suo libro di
letteratura.
Era il suo libro di letteratura e c'era
un inno “A Satana”.
In quel momento la prof. entrò.
“Forza ragazzi! Qua ci dobbiamo
sbrigare! Che già stiamo indietro con il programma!” (era il 3
ottobre, n.d.r.).
La confusione, che di solito regna in
un'aula al cambio dell'ora, cominciò a scemare.
La corenese era ancora sotto shock, ma
riuscì a rivolgersi alla prof.: “Professore'? Ma... ma come mai
qua... cioè... sul libro di italiano... ci sta 'na poesia dedicata a
Satana?”
La prof. appoggiò la borsa alla
cattedra, si girò verso la corenese e le disse: “Ma che è,
Carducci? Eh! E quello è il rapporto conflittuale con la religione!”
“Aaah! OK!” disse la corenese, con
il tono di una che intende: “Aaah allora va bene! Mi sembrava
strano!”
Un sorrisetto si dipinse sul suo volto,
come se la mia beffa ai suoi danni fosse stata disvelata, come se,
sotto sotto, non c'avesse mai creduto.
Era tutto spiegato! E quello era il
rapporto conflittuale con la religione!
E anche voi... da ora in poi, e con
tranquillità, ogni volta che vi sentirete dire che il Metal è
satanico rispondete pure: “Ma che è, Burzum? Eh! E quello è il
rapporto conflittuale con la religione!”
E intanto, se c'avete voglia, leggetevi
pure “A Satana” di Carducci... la trovate on-line, non v'è
copyright.
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