martedì 25 novembre 2014

Credere è una questione di fede?

Quante volte avete sentito parlare del dualismo fede e ragione?
Basta digitare "Margherita Hack" o "Piergiorgio Odifreddi" su YouTube che ne escono a palate di video intitolati "Confronto su fede e ragione" ecc. ecc..
Odifreddi VS Messori
E anche a voi il prof. di religione alle superiori deve aver detto qualcosa come "La fede e la ragione sono le due ali che innalzano lo spirito umano. Solo se battono tutte e due all'unisono questo può volare".
In realtà la Chiesa non è sempre stata così aperta nell'accettare due ali.
Per tutto il Medioevo non ha fatto altro che censurare la curiosità teoretica degli uomini, ma al giorno d'oggi non può più permettersi un lusso del genere e così fede e ragione diventano due ali.
Ma badate bene!
Fede e ragione sono sì due ali entrambe indispensabili (solo oggi), ma guai a chi utilizza la seconda per indagare i domini della prima!
Infatti le due ali funzionano solo se ciascuna viene usata per i compiti adatti.
Detto così sembra anche una cosa molto democratica. Abbiamo due strumenti: uno serve ad una cosa, l'altro serve ad un altra cosa.
Eppure non riesco a scollarmi di dosso l'impressione che quando i religiosi ne parlano, apertamente, sembrano intendere che i due strumenti abbiano pari dignità, ma, implicitamente, sostengono la superiorità di uno dei due (indovinate quale...).
In psicologia della comunicazione si usano due concetti molto importanti: quello di messaggio implicito e quello di messaggio esplicito.
Il più delle volte il contenuto dei due messaggi coincide, ma altre volte possono esserci piccole o grandi discordanze.
Queste possono verificarsi perché colui che sta parlando, per esempio, vorrebbe dire una cosa ma non può dirla e, inconsciamente, la dice implicitamente.
Di questi due livelli ne parlano anche tutti quei manualetti, molto utili per accendere il fuoco e più che utili in mancanza di carta igienica, che trattano di PNL.
Quello che consigliano questi libelli è di nascondere in frasi apparentemente innocenti messaggi impliciti che la gente coglierebbe poi ad un livello un po' inconscio.
L'esempio classico: quando vi troverete a spiegare ad un possibile cliente le caratteristiche del vostro servizio non dovrete assolutamente dire "Se sceglierete di servirvi di noi avrete accesso all'area clienti sul sito dove potrete monitorare il vostro investimento" ma bensì "Quando sarete nostri clienti avrete accesso all'area apposita sul nostro sito web dove potrete monitorare il vostro investimento".
Insomma, nel primo caso lasciamo trapelare insicurezza; nel secondo il messaggio implicito è: "Sono oltremodo sicuro che diventerai un nostro cliente". Appariremo sicuri, competenti e tutto il resto.
Quindi fateci caso la prossima volta che qualche credente in TV o su YouTube parla di fede e ragione.
Dirà qualcosa come "Fede e ragione sono due strumenti indispensabili per l'animo umano: uno, però, indaga un campo, l'altro ne indaga un altro"?
Dirà così?
Siete proprio sicuri?
Questo l'ho detto io. E scommetto che molti di voi non hanno trovato differenze sostanziali tra questo modo di porre la questione e il modo in cui viene posto dai religiosi.
Perché in realtà loro dicono sempre una cosa del genere: "Fede e ragione sono due strumenti indispensabili per l'animo umano: dove la ragione non basta più, subentra la fede".
Ecco! Sono due strumenti, ma, anche indagando campi diversi, uno è comunque superiore all'altro.
E allo stesso modo quando escono fuori persone che si incidono sulle braccia croci al contrario ed emettono versi strani devono essere curati con la ragione, ma quando questa si rivela inefficace e non può far altro che dire "Non è spiegabile" deve subentrare lo strumento superiore che è la fede.
Anche se non capisco perché una divinità onnipotente abbia bisogno di un vecchio che prega vicino ad una persona per curarla da una possessione... ma per questo rimando ad un vecchio post.
Dove siamo arrivati fin ora?
Allora... abbiamo due strumenti: fede e ragione. Sono tutti e due indispensabili (ma solo da una cinquantina d'anni a questa parte). Il primo indaga la religione e il nostro rapporto con Dio e serve a curare le possessioni ed è, in qualche modo non proprio chiaro, superiore al primo. Il secondo serve ad indagare tutto il resto ed è, in qualche modo, inferiore al primo.
E' inferiore al primo perché da solo non basta!
Un attimo, ma la premessa non era che fede e ragione sono tutte e due indispensabili?
Quindi anche il primo strumento da solo non basterebbe.
E no, perché il primo serve ad indagare Dio e basta per il suo compito; il secondo serve a tutto il resto.
E ma questo è, di nuovo, il punto di partenza!
L'errore che facciamo è, forse, che stiamo indagando con le leggi della logica (quindi con la ragione) un campo che deve essere indagato con la fede?
Forse la spiegazione è quella delle ali e dovremmo accettarla con un po' di filosofia Zen.
Eppure, sapete che c'è?
C'è qualcosa che veramente non mi torna.
Cioè, dico io, sembra tutto apposto... eppure... non lo so... c'è qualcosa che non va ben...
Ci sono!
Ora ho ricordato!
Ho capito dove sta il problema!
Il problema sta nei vangeli e nei miracoli!
Provate un po' a dire ad un credente che Gesù non è esistito.
Cosa risponderà?
Che è esistito e che ne abbiamo la prova. I vangeli.
Ma un attimo, allora non ci serve la fede per credere in Dio!
Basta la ragione; perché stabilire la veridicità di uno scritto è compito della storiografia. Una volta accettato che Gesù è esistito basta una semplice accettazione razionale dei fatti: è esistito questo tizio che resuscitava i morti, allora è ragionevole credere in Dio.
E i miracoli... provate a dire ad un credente che non ci sono prove che le stimmati di padre Pio avessero natura divina.
E no!
Non si può dire!
Non potete non ammettere che le stimmati di padre Pio non abbiano natura divina!
Anche un induista deve ammetterlo!
Niente contro gli induisti, ma anche credendo in un dio elefante a tre teste devono comunque ammettere che padre Pio aveva le stimmati perché gliele aveva date un dio falegname arabo.
Se è sicuro che le stimmati di padre Pio non avessero origine terrestre. E se è sicuro e accertato che la Madonna è apparsa a Lourdes e che più ne ha più ne metta... bhé la ragione potrebbe essere inutile nello spiegare il meccanismo fisiologico che c'è stato dietro la comparsa delle stimmati di padre Pio... oppure potrebbe essere inutile nel descrivere la rifrazione dello spettro luminoso che attraversava la figura della Madonna comparsa a Lourdes...
Ma se tutti questi fatti sono accertati ed inoppugnabili, come dicono i credenti, allora basta un sano esercizio della ragione per accettare tutto ciò. I miracoli sono accaduti... quindi è, a questo punto, assolutamente ragionevole, credere in Dio (anche se la ragione non riesce a spiegare come sono accaduti tutti questi fatti).
Ma quindi, scusate, ma non riesco proprio a capire a che cosa serve la fede.
Se abbiamo le prove razionali, sotto forma di documenti, della vita di Gesù e abbiamo anche i miracoli, che sono la prova che Dio esiste... allora a che cacchio serve la fede?
Non capisco...
...forse...
Forse è perché sto perseverando nel mio errore e continuo ad indagare con la ragione il campo della fede...
Riproviamo a porre nuovamente la domanda e a dare la risposta con la fede... forse funziona.

Ma se abbiamo le prove razionali, sotto forma di documenti, della vita di Gesù e abbiamo anche i miracoli, che sono la prova che Dio esiste... allora a che cacchio serve la fede?

E' una questione di fede.

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