mercoledì 10 settembre 2014

Lettera aperta all'Accademia della Crusca.

Gentil.ssma Accademia della Crusca;

prima di tutto vorrei ringraziarla per il lavoro che, inutil... instancabilmente, compie per la salvaguardia della lingua italiana. Specialmente in questo periodo di grandi cambiamenti nel mondo della comunicazione, noi abitanti dello stivale corriamo il rischio di perdere per sempre il nostro bellissimo idioma.
Ma adesso, se mi è permesso, vorrei arrivare al cuore della presente.
Le scrivo per proporle un progetto: un qualcosa che non si era mai visto prima.
Penso sia necessario, ed utile, cambiare il significato di alcune parole!
No, non sono impazzito né totalmente ubriaco. So benissimo che una cosa del genere non ha precedenti nella storia della lingua italiana... escludendo Mussolini, ma vabbé, lì la questione era un po' diversa. Lui introdusse parole nuove per indicare oggetti che avevano un nome straniero. Quello che propongo io, invece, è di cambiare il significato di due parole esistenti in riferimento ad uno dei precisi campi semantici che ricoprono.
Sì, lo so che il significato delle parole sta nel loro uso e che l'unico processo in grado di cambiarne il significato è la lenta evoluzione del linguaggio che si consuma nel corso di generazioni umane.
Ma credo che un esperimento del genere sia possibile.
Vede, il cuore della sociologia sta nella consapevolezza che la società non solo è osservabile e descrivibile attraverso paradigmi scientifici, ma è anche modificabile con opportuni interventi.
E io le propongo proprio questo!
Modificare la percezione che la società ha di un campo attraverso un intervento, che però avverrà sulla lingua e non direttamente sulla società.
Tutti siamo ormai d'accordo con il dire che è la lingua che parliamo a strutturare il modo nel quale noi facciamo esperienza del mondo e della società.
Modificando, seppur leggermente, il significato di una parola e/o il modo in cui questa viene utilizzata si potranno produrre cambiamenti, sia buoni che cattivi, nella società.
Sì, forse all'inizio ci sembrerà un po' macchinoso usare le parole nel nuovo modo, ma sono sicuro che con il tempo ci abitueremo e gli effetti che l'esperimento auspica non tarderanno a farsi sentire.
E pensate, se questo avrà successo potrà essere replicato con tante altre parole: tutte quelle che lei desidera.
Se lei si sta ancora chiedendo quali siano le parole che io chiedo vengano modificate, ecco, siamo arrivati al cuore della mia proposta.
Le parole sono offerta e richiesta nel momento in cui vengono accompagnate dal complemento di specificazione di lavoro.
Un'offerta di lavoro molto conveniente se comparata ad altre.
Tutti conoscono il significato di queste due parole: un datore di lavoro fa un'offerta di lavoro ad un possibile impiegato; un privato fa una richiesta di lavoro ad un'azienda per essere assunto.
Quello che io propongo è semplicemente di invertire i due significati.
Mi spiego meglio.
Quello che io voglio è che da adesso in poi si dica che è il datore di lavoro a fare una richiesta di lavoro e che, invece, è la persona comune a fare un'offerta di lavoro all'azienda dalla quale desidera essere assunto.
Perché?
Per due motivi.
Il primo è che l'attuale modo in cui le parole vengono utilizzate non ha senso. Sarebbe come se io andassi dall'ortolano e quello mi dicesse "We! Ci son' i cavolfiori in offerta!" e io gli rispondessi "Per prima cosa andiamoci piano con le parole, perché se qui c'è qualcosa in offerta per qualcuno sono i miei soldi ad essere in offerta per lei. In poche parole le sto facendo un favore a comprare i suoi cavolfiori... che tra l'altro mi fanno pure schifo".
Il secondo, che ho anche introdotto nel primo esempio, è che l'attuale modo di usare le parole ha convinto la società moderna, seppur ad un livello inconscio, che un datore di lavoro ci stia facendo un favore ad assumerci!
Ma qualcosa non quadra! Se è lui che si fa un favore, perché è sempre lui a pagare noi e non noi a pagare lui. Andando di questo passo ci sarà qualcuno che solo per inserire una merdosa attività lavorativa sul suo CV sarà pronto a lavorare gratis!
Cioè... insomma... volevo dire...
Comunque... questa è la mia proposta e spero che venga presa in considerazione.

Grazie...

e comunque, per questa proposta, credo di meritare un premio Nobel per la letteratura.


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