sabato 26 ottobre 2019

Storie di Metallo - Il Titans of Metal.

Quando era ancora un metallaro sedicenne mi imbattei in un forum sul Metal.

Erano altri tempi.
YouTube e Wikipedia non avevano ancora messo migliaia di band Metal alla portata di un solo click.
Mentre quelli della vecchia guardia si lamentavano che ai loro tempi per conoscere nuove band dovevi comprarti riviste specializzate; noi andavamo sui quei forum che, secondo loro, avevano messo migliaia di band Metal alla porta di un solo click.

Su quel forum conobbi DeathRider Hadez.
Lo trovai lì, intento a mandare a fanculo un po' tutti quelli che non avevano capito che l'unico tipo di Metal degno di essere ascoltato era l'underground.
Trovai persino un suo messaggio in cui allegava il suo indirizzo mail e invitava l'utenza ad aggiungerlo su MSN, così da potersi far mandare a fanculo da lui, in persona e in sincrono.
Lo feci.
Non tanto perché volevo contraddirlo, ma più che altro perché il metallaro sedicenne che ero all'epoca ancora non aveva ancora ben chiaro che cosa significava "underground".

DeathRider Hadez tentò di spiegarmi la "scena underground", ma a quei tempi ebbi difficoltà ad afferrarlo.
In effetti: lui era di Milano, io di Cassino (lo sapete che io, l'Araldo del Metallo, sono di Cassino, giusto?).

Come spiegare, invece, ad uno di Milano che cos'è Cassino?
Non ci sono nemmeno le parole, in italiano standard, per spiegarlo.
Proprio a partire dalla posizione.
Ma dove cazzo sta Cassino?
Non si capisce nemmeno tanto bene.
Perché se quelli del nord ti dicono che stai a sud e quelli del sud ti dicono che stai a nord, alla fine finisci pure tu per non capire dove stai.
Viviamo in una piccola città, lontana dalla provincie, circondata da piccolissime città, anch'esse lontane dalle provincie, che vedono in Cassino la grande città.
Non capiamo dove siamo e neanche che cazzo siamo.
Noi di Cassino siamo e siamo sempre stati un po' così: senza identità.
Non capiamo dove siamo e neanche che cazzo siamo; persi per definizione.



DeathRider Hadez, dal canto suo, sapeva benissimo chi era e cosa voleva.
Gli faceva schifo tutto il Metal tranne l'underground.
Ma per amare solo l'underground devi viverlo ogni giorno.
Sì, gli Hadez non sono certo di Milano e anche io qualche serata dei Vexation e dei Norther Tod l'avevo vista
Senza nulla togliere a loro, diciamocelo, Milano è un'altra cosa.

La vita di un metallaro che viveva l'underground mi sembrava così lontana dalla mia esperienza di vita.

Se all'inizio della mia carriera nel Metallo le serate e gli eventi Metal mi sembravano incredibili scoperte, più uniche che rare, devo ammettere che nel tempo la situazione è stata poi altalenante.
Si sono susseguiti anni frenetici e anni di calma piatta.

Ed è in questi ultimo periodo, più che frenetico e scatenato, che si è inserito il Titans of Metal: il primo Metalfest a Cassino.
Se sapete che io sono di Cassino saprete anche che Onore al Metallo non è una fanzine, non è blog di recensioni e live report.

Proprio per questo non farò un live report, non celebrerò le esibizioni delle band.

Vi dirò, invece, cosa è stato per noi il Titans of Metal.

E ve lo dirò a partire dai commenti dei più cazzoni e coglioni tra i miei conoscenti.

Mi riferisco a quelli che, a petto in fuori e con fare supponente, sentenziavano «Ma che cazzo chiami 'sta serata "Titans of Metal" se tanto è 'na serata normale con 4 gruppi?»

Ovviamente erano non metallari: gente che per definizione non va ascoltata.

'Sti cazzoni, in fin dei conti, solo due cose non hanno capito:
  1. il lavoro che fanno le loro madri quando le accompagnano sulla superstrada;
  2. che il Titans of Metal, per tutti noi, è stato un simbolo.

Perché noi esseri umani (e anche noi metallari, che degli esseri umani rappresentiamo un gradino evolutivo superiore) siamo esseri simbolici.

Non è importante che al Titans of Metal abbiano suonato 4 gruppi: lo stesso numero del venerdì prima, a 15 km di distanza, a Piedimonte (San Germano... lo so che stavate pensando a Piedimonte Matese).
Perché il Titans è stata una celebrazione e il coronamento di tutte le serate che si sono susseguite in questo ultimo periodo.

Perché il Titans è stata una celebrazione del passato, del presente e del futuro.



Quel giorno ci siamo ritrovati tutti, i piccoli, i medi (come me) e i grandi.

C'è sempre stata una categoria di persone che ho sempre odiato: quei rockettari che frignano sugli anni '70 che non torneranno mai più.

Anche gli anni '80 del Metal non torneranno mai più; ma a noi poco ce ne fotte, perché i nuovi '20 stanno per cominciare.
Il futuro è nostro.
Il futuro siamo noi... solo un po' più vecchi...
E il Metallo non morirà mai.

P.S.
Nel caso tu che leggi sia DeathRider Hadez e ti stia chiedendo chi cazzo ha suonato a 'sto Titans of Metal, eccoli a te:






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