Questo blog è nato con l’obbiettivo di parlare quasi esclusivamente di Metal ma, dopo avere letto un articoletto, ho deciso di spezzare anche una lancia in favore di un’altra delle mie grandi passioni: Dungeons & Dragons. Su Il Mattino, perdonatemi se non so dirmi di quale giorno, uscì un articoletto che includeva una lettera scritta da una madre che avendo “ricevuto un’educazione cattolica” era preoccupata per l’esistenza di alcuni “pericoli nuovi” e sostanzialmente si era sentita in dovere di “farli conoscere a molti ignari genitori”.
Ci parla di questo gioco da tavola chiamato “Dragons and D... in italiano Dragoni e Caverne” . In realtà il gioco si chiama “Dungeons & Dragons” e in italiano significa “Sotteranei e Draghi” ma vabbè non voglio dimostrare niente, era solo una precisazione, questo è solo un piccolo errore commesso per scarsa conoscenza dell’argomento, quindi non fa niente su! Continuiamo a leggere cosa ci dice questa persona che non sa nemmeno di cosa sta parlando. Ci dice che questo gioco si è “Diffuso, soprattutto in ambito vomerese”. Allora dovete credermi sulla parola che sono andato a prendere il vocabolario delle lingua italiana per cercare la parola vomerese, perché, lo dico francamente, non avevo la più pallida idea di cosa significasse! Sul vocabolario questa criptica parola non era riportata, ho telefono a mio padre ma nemmeno lui aveva mai sentito questa parola. Ho fatto una rapida ricerca e ho scoperto che molto probabilmente questa mamma si riferiva al Vomero uno dei quartieri di Napoli. Può essere che nel Vomero ci sia una concentrazione di giocatori di D&D più alta del normale! Possibile, perché no? A questo punto lei comincia ad avvertire gli ignari genitori a non lasciarsi fuorviare dal fatto che i figli giochino a questo gioco di pomeriggio e in casa! Perché ovviamente se un bambino dicesse ai genitori “Mamy, Papy questa notte alle 23 e 30 vado a giocare a D&D in mezzo la strada” loro penserebbero subito che stia pensando di compiere un rito satanico (io sinceramente penserei solo che mio figlio sia impazzito). Comincia a presentarci il gioco. Ci dice che è condotto da un master (fin qui ci siamo) di solito più grande degli altri! Ma perché? Può essere pure che di solito è così (per me non lo è stato). Ma qui si cerca di dipingere il master, più grande, come un adulto che spinge i propri bravi figli a fare qualche marachella. Ma passiamo alle meccaniche di gioco, lei ci dice che per vincere a questo gioco bisogna essere più malvagi e scagliare maledizioni contro i proprio compagni. La scelta del personaggio in D&D è totalmente libera, il giocatore può scegliere se interpretare un assassino efferato o un paladino splendente e cosa più importante in D&D non si “vince” nel senso classico della parola. Un personaggio raggiunge dei traguardi e si può dire che abbia raggiunto una vittoria ma non c’è un giocatore che “vince”. Ovviamente se un giocatore avrà scelto di interpretare un personaggio malvagio saranno obiettivi diversi da quelli che avrà un giocatore che ha un personaggio buono. Continuando a leggere, questa preoccupatissima madre ci dice che per diventare più forti bisogna tirare con i dadi niente poco di meno che l’onnipresente numero 666 (questa regola deve essermi sfuggita in questi 7 anni di gioco). Continua dicendo che questi master più grandi ogni tanto partono alla volta della lontana Francia (nazione notoriamente satanica) per procurarsi sempre più manuali e per riunire sotto di loro sempre più master! Tutti ciò ha avuto sui suoi figli drastiche conseguenze! Ai posteri l’ardua sentenza!
Nessun commento:
Posta un commento