martedì 14 maggio 2019

Due cuori, un entanglement.

Avrete sicuramente notato che quello di "intelligenza" è un concetto mutevole.
Esso può cambiare sia da cultura a cultura, ma anche e sopratutto attraverso il tempo.
Per dire: il concetto stereotipato di uomo intelligente è cambiato molto attraverso i secoli nella civiltà occidentale.
C'era un tempo in cui questo era rappresentato da una qualche specie di filosofo; ci sarà un tempo in cui sarà rappresentato dai metallari; ora è il turno dei fisici.
Possiamo trovare immediata prova di ciò in quello che è lo specchio della cultura per eccellenza: cioè la produzione artistica e letteraria.
Se prendiamo una qualche opera di tanto tempo fa, il cliché dell'uomo intelligentissimo è ricoperto da un filosofo, o comunque da un umanista.
Non serve nemmeno andare tanto indietro: pensate a Superman.
Gli autori dovevano decidere quale lavoro far fare all'uomo più intelligente del pianeta: il giornalista, ovvio!
Quando Maurizio Belpietro venne a sape' 'sta storia
Se prendiamo un'opera moderna (per lo più film), invece, il ruolo dell'uomo intelligentissimo è ricoperto da un fisico.
E così anche il cliché dello spiegone incomprensibile è mutato.
Baruch Spinoza intento a pensare a qualche dispositivo.
Prima, l'uomo intelligentissimo diceva: «L'alto tenore icastico del dispositivo ontologico spinoziano ci porta ad una comprensione maggiore del suo pensiero tutto».
Ora dice: «Il condensatore di flusso elettromagnetico potrebbe portare ad una destabilizzazione dell'energia di punto zero associata ad una singolarità spaziotemporale in un campo di fermioni».
Il Lettore potrebbe aver, giustamente, colto un punto.
La prima frase, nonostante l'abbia scritta di getto e piuttosto a cacchio, somiglia molto ad una frase che potrebbe dire un vero filosofo.
La seconda no, è una sequela di stronzate sparate casualmente.
Non l'ho fatto per caso!
Funziona proprio così!
E questo non perché le opere di una volta erano di una qualità migliore di quelle di oggi e per questo ci mettevano “spiegoni veri”, ma per una ragione molto più elementare.
Per mettere, in un'opera, una frase incomprensibile da filosofo bastava prendere una vera frase incomprensibile da filosofo.
Con la fisica questo non si può fare.
Per la semplice ragione che i fisici dicono (quasi) sempre cose molto, ma molto semplici.
Questo, ancora, per due motivazioni.
La prima è che i fisici, a differenza dei filosofi, quando parlano lo fanno per essere capiti.
La seconda ha a che vedere con la struttura stessa della fisica quale disciplina.
Dovete sapere che la fisica è composta da 700 lunghissime pagine di noiosissima e complicatissima matematica che possono però essere riassunte in due righe di elegante italiano corrente.
Per questo sono tutti convinti che il problema con la fisica nasca quando l'uomo comune entra a contatto con quelle due righe di testo... e anche io lo ero, prima dell'illuminazione!
La questione è nientepopodimeno che antropologica!
Ed io l'ho capito!
Cosa?
Come dite?
A quale “problema con la fisica” mi riferisco?
Davvero avete il coraggio di chiederlo?
Mi riferisco al fatto che la fisica, sopratutto quella quantistica, è il bersaglio prediletto di quelli che vogliono cucire cacchiate pseudoscientifiche alla Scienza.
Perché questi pseudoscienziati e uomini comuni utilizzano (quasi) sempre la fisica come sostrato per le loro cacchiate?
Anche quando ci sarebbero candidati più allettanti?
Insomma, se io credessi nelle percezioni extrasensoriali mi butterei, che ne so, sulla psicologia, o sulla biologia, per cercare qualche appiglio per appendervi le mie stronzate!
Eppure la fisica sembra sempre il candidato perfetto.
Tempo fa, mi è capitato di leggere un articolo sull'entanglement quantistico.
Il post era comparso su Italia Unita per la Scienza.
Sostanzialmente, l'autore del post, che risultava persino essere laureato in fisica, nell'articolo spiegava una cosa di per sé abbastanza insulsa: e cioè che l'entanglement non vale per le persone.
E io stavo anche per lasciare un commento.
Carlo.
Me lo ricordo bene: iniziava con «Ma sei cretino o cosa?»
Poi mi è venuto in mente Bill; c'avete presente quello che prima di commentare ci pensa e si informa?
Ragazzi, mi si è aperto un mondo!
Lì fuori c'è veramente qualcuno che crede che l'entanglement possa valere... cioè... per le persone.
Tipo per Carlo, Francesco eccetera eccetera... cioè... pure per i vostri amici...
Proprio per le persone!
Ed è così che è nata questa storia che l'entanglement fosse il teorema dell'amore.
E qui, per inciso, dico che 'sta cosa non l'ho affatto capita.
Cioè l'entanglement ha a che vedere con sistemi che si separano, quindi semmai sarà il “teorema di quelli che si lasciano e soffrono terribilmente” più che il “teorema dell'amore”!
Non credete?
Ma siamo andati molto oltre nel raccontare questo esempio e torniamo or ora alla questione originale.
Cioè dicevamo che molti fisici sono convinti che la scarsa e la mala comprensione della fisica risiedano proprio nel fatto che l'uomo comune legge le già citate “due righe di elegante italiano corrente” skippando le 700 pagine di matematica.
E invece no!
Ho avuto l'illuminazione e voglio rendervi partecipi di questa!
Riprendiamo la frase da filosofo.
Ve la ricordate?
L'alto tenore icastico del dispositivo ontologico spinoziano ci porta ad una comprensione maggiore del suo pensiero tutto.
Ma questa volta confrontiamola, non con lo spiegone da fisico, ma bensì con l'equazione di Dirac (che, secondo il pensiero comune, sarebbe 'na specie di riassunto dell'entanglement):



Bene, ci siamo!
Guardate prima l'una, poi l'altra, poi di nuovo l'una e poi l'altra.
L'illuminazione l'ho avuta così, oh!
Bene, ora che le avete guardate per bene entrambe vi sarà più facile seguirmi nel prossimo passaggio.
Cioè in quello in cui mostro le due proposizioni all'uomo comune... o alla casalinga di Voghera, se volete.
Nel primo caso, lui non dirà mai: «Non sono abbastanza intelligente da capire questa frase».
Messo davanti alla formula, invece, non avrà nessun tipo di problema a dire: «Ahè... che è 'sta roba? Non sono abbastanza intelligente da capire cosa significa!»
Perché questa differenza?
Se lo chiedessi a lui (e se fossi anche abbastanza fortunato da vederlo cadere nel mio tranello); l'uomo direbbe: «Semplice! La prima frase non la capisco, ma non perché non sono abbastanza intelligente, solo perché non conosco il significato di alcune parole. La formula, invece, non la capisco proprio perché non capisco che cosa significano i simboli».
Non ci vuole, a questo punto, un semiotico del calibro di Umberto Eco per capire che l'uomo sta dicendo la stessa cosa di entrambe!
Se glielo facessi notare, lui potrebbe rispondere: «No vabbe'... ma io posso benissimo prendere un vocabolario e cercare il significato di “icastico”».
«Benissimo!» potrei dirgli «Allora potresti anche prendere un prontuario di fisica e cercare il significato dei simboli nell'equazione di Dirac».
Paul Dirac intento a pensare all'amore.
A questo punto lui potrebbe dire: «Eh vabbe'. Ma se anche io sapessi cosa vogliono dire quei simboli, non è che poi capisco tutta la fisica di Dirac!»
Allo stesso modo potrei fargli notare che anche quando saprà cosa significa “icastico” non avrà di certo capito tutto il pensiero di Spinoza.
Tutto questo discorso, che sembra filare per bene, non servirebbe a niente.
Prima di tutto perché difficilmente l'uomo mi metterebbe in bocca una per una tutte queste risposte... ovviamente.
Secondo perché qualunque cosa io possa dire non convincerò mai l'uomo che per capire la formula non bisogna essere “semplicemente” più intelligenti, ma servirebbe “solo” aver studiato quella materia.
Ed è questo il punto fondamentale!
Non è l'incontro con le teorie fisiche spogliate della matematica a creare i mostri pseudoscientifici, ma è proprio il contrario!
E' il timore magico-mistico che l'uomo comune prova nell'incontro con la matematica sottostante alla fisica a generarli.
E' un qualcosa di viscerale ed arcaico.
Lo stesso timore reverenziale che l'uomo medioevale provava nel trovarsi di fronte a scritti magici ed ermetici: quello di trovarsi davanti a qualcosa che, per essenza e definizione, era al di là delle sue possibilità di comprensione.
E se l'effetto di quelle pagine e pagine di sapere, incomprensibile e celato, era di trasformare il piombo in oro, allora quali altri poteri e quali altri mondi sconosciuti erano nascosti in quei simboli mistici ed incomprensibili?
E quelle 700 pagine di matematica, incomprensibile e quindi mistica, hanno come effetto che: “In determinate condizioni lo stato quantico di un sistema fisico non può essere descritto singolarmente, ma solo come sovrapposizione di più sistemi".
Se un effetto così strabiliante, se una forma così semplice è stata distillata immediatamente da pagine e pagine di criptico e incomprensibile misticismo.
Allora... quali altri segreti al di là della mia comprensione possono celarvisi?


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