domenica 22 maggio 2016

Non sono un esperto ma...

Ogni tanto, quando si parla di cose molto complicate, c'è sempre qualcuno che dice "Non sono un esperto ma...".
Dai, diciamola tutta, non ogni tanto.
Ormai tutta la popolazione mondiale si può suddividere in due categorie: quelli che dicono "Non sono un esperto ma..." e quelli che se lo sentono dire.
Ragionevolmente una frase che inizia con "Non sono un esperto ma..." dovrebbe continuare con "...anzi, niente ma; non sono un esperto".
Dove il punto sta ad indicare la fine del periodo e del discorso tutto; non è un punto a capo o il primo di tre puntini di sospensione che preludono ad un lungo discorso.
"Non sono un esperto ma..." è ormai una formula magica, un vero e proprio rituale linguistico.
Gli esseri umani utilizzano molti modi di dire come rituali, alcuni potenti, altri inoffensivi.
"Non sono un esperto ma..." è proprio un esempio di rituale potentissimo!
Esso è in grado di cancellare, in un attimo, anni e anni di studio, lauree, dottorati e persino premi Nobel.
Grazie ad esso l'interlocutore più prestigioso, intelligente e preparato di noi è distrutto, umiliato e portato al nostro stesso livello.
Quanta democrazia c'è in questo!
Non bisogna essere preparati per affrontare un argomento, tutto è possibile per chi sa padroneggiare l'arte del "Non sono un esperto ma...".

Per esempio "Non sono un esperto ma non si può negare che ci sia un collegamento tra vaccini e autismo".
Un esempio casuale completamente slegato dai tragicomici avvenimenti televisivi dei giorni passati?
No.

Come avrete ben intuito, questo è proprio il punto a cui volevo arrivare: al discorso su vaccini ed autismo.

Ma per quale astrusa ragione le case farmaceutiche dovrebbero mai svenderci i vaccini anche se provocano l'autismo e le morti bianche?
Eh?
Cos'è questo? Un piano per la conquista del mondo?
Non capisco.
Perché? Percheeé???
Ah già.
Ci guadagnano.
Sostanzialmente, secondo voi, che non siete esperti ma, le case farmaceutiche ci appiopperebbero i vaccini in modo da guadagnarci?
Guadagnarci?
Un attimo!
Stiamo parlando di... di... guadagni... segmentazione... target... marketing!
Siamo finiti nel mio campo, assurdo!
Eh eh eh!
Allora... sono un esperto e...
...che cacchio dite?
Fermiamoci un secondo ad analizzare la situazione.
Prima di tutto utilizzeremo il NPV e dopo ci soffermeremo a fare una semplice analisi del target di riferimento.
E ricordate che siete stati VOI a buttarla sul marketing, altrimenti non avrei potuto neanche parlare...

Il Net Present Value è uno strumento che gli analisti di marketing utilizzano per calcolare la bontà di un investimento.
Non tiriamo in ballo formule arcane; il concetto alla base è molto semplice.
Quando ci troviamo nella situazione di dover valutare un investimento e dire se esso sia stato vantaggioso o non vantaggioso non dobbiamo solo confrontare costi e guadagni.
Magari un non esperto potrebbe pensare di procedere in questo modo per poi esclamare "Perfetto! Quello che abbiamo guadagnato è di più di quello che abbia investito. L'investimento è andato bene!".
Eh no!
I soldi guadagnati non bisogna confrontarli con quelli investiti, ma bensì con quelli che si sarebbero guadagnati in un altro investimento diverso a parità di dindini investiti!
Qual è quest'altro investimento diverso?
Bhè... dipende...
Facciamo un esempio.
Prendiamo un brand a caso, uno di quelli che ha fatto del marketing la sua arma vincente... mmm... Melegatti!
Allora, mettiamo caso che Melegatti volesse lanciare sul mercato un nuovo prodotto.
Che ne so... sughi pronti!
Il pesto Melegatti: rappresentazione di fantasia.
Pesto, arrabbiata, panna e funghi e altre cose simili...
A questo punto la direzione amministrativa Melegatti farebbe sapere alla direzione marketing quanto ha intenzione di investire nei nuovi prodotti.
Cosa farebbe quest'ultima?
Calcolerebbe i potenziali guadagni derivanti dal nuovo investimento e li confronterebbe con i potenziali guadagni se quella stessa cifra venisse investita nei più ragionevoli pandori.
Ovviamente questo è un caso puramente illustrativo, se la direzione amministrativa della Melegatti volesse investire in pesti pronti, di lì a chiamare la neuro il passo sarebbe brevissimo.
Ma non divaghiamo...
Torniamo alle nostre case farmaceutiche...
Dovete sapere che i vaccini fanno guadagnare tanto alle casa farmaceutiche... tanto.
Ma ricordate?
Non dobbiamo confrontare semplicemente i guadagni con gli investimenti.
Potremo per esempio confrontare i guadagni derivanti dalla vendita dei vaccini con quelli derivanti dalla vendita dei medicinali contro il diabete.
Bhè, amici cari, qua siamo su due ordini di grandezza completamente differenti.
I vaccini costano, costano una barca di soldi. Alle case produttrici intendo¹.
Costa produrli, costa conservarli, costa spostarli... insomma... i vaccini non sono mica pillolette, che le metti in una scatoletta e poi su camion.
Insomma... soldi, soldi, soldi, soldi e ancora soldi...
Sapete cosa costa poco e fa guadagnare tanto, invece?
Lo sciroppo per la tosse per esempio... o l'aspirina.
Ah l'aspirina! Amica fidata di tutti i veganimalardi contrari alla sperimentazione animale!
Ma lo sapete che anche l'aspiri... no aspetta... vabbè... una rivelazione tragica alla volta.
Sostanzialmente, se noi analizzassimo gli investimenti delle case farmaceutiche, vedremmo chiaramente che è nel loro strettissimo interesse far sopravvivere più persone possibili alla tenera infanzia per avere un consumatore in più che durerà una vita e a cui vendere prodotti per anni e anni a venire.
A questo punto qualcuno potrebbe dire "Vabbè... sui vaccini c'hai fregato... però lo vedi che ci dai ragione! Le case farmaceutiche ci avvelenano con i loro prodotti per renderci malati e venderci poi, di nuovo, i loro prodotti".
Allora, io non sono un esperto, ma... ops... vabbè che cacchio! Per una volta posso dirlo anche io!
Allora, io non un esperto, ma la vedo molto complicata, dal punto di vista proprio chimico intendo, creare un prodotto che contemporaneamente ci guarisca da una cosa, ma che ci faccia ammalare successivamente in modo che prendiamo un altro prodotto che ci guarisca da questa seconda malattia e, puntuale come una sveglia, ci faccia ammalare di nuovo.
E poi, stiamo perdendo di vista il punto fondamentale!
Che era quello del marketing... (eh eh eh... sono un esperto!).
Perché?
Perché investire soldi in un astruso piano segreto che coinvolge sieri dalle proprietà mirabolanti, Stati tenuti sotto scacco, organizzazioni mondiali manovrate come marionette, se si può fare di meglio a costo quasi zero?
Esatto!
Si può fare di meglio!
A costo zero, in un certo senso.
Uno scienziato pazzo: da notare la fialetta contenete vaccini.
Quali sono le persone che usano tanti medicinali?
Semplice: i vecchi!
Cioè... volevo dire... le persone anziane.
Le case farmaceutiche hanno tutto da guadagnare nel farci diventare vecchi, infermi e malaticci.
Non hanno bisogno di una rete segreta di scienziati pazzi dedita alla distruzione dell'umanità per fare soldi.
Una rete del genere costerebbe un sacco di soldi solo in pizzini!
Soldi di qua, soldi si là... soldi soldi soldi soldi.
L'investimento migliore che le case farmaceutiche possono fare è quello di mantenerci bene in salute e sperare che diventiamo tutti, ma dico tutti, gracili e deboli vecchietti con la demenza senile e le piaghe da decubito.

¹ http://www.skepticalraptor.com/skepticalraptorblog.php/?s=vaccine+cost


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